Dramma nello sport: l’ex calciatore si è suicidato

Tifosi sconvolti e in lacrime per un autentico dramma che si è consumato nel mondo dello sport: l’ex calciatore si è suicidato

Qualche giorno fa Gilbert Bodart, ex portiere della Nazionale belga che si classificò quarta ai Mondiali in Messico del 1986 (fermata in semifinale da una doppietta di Maradona), ha tentato di togliersi la vita gettandosi da un ponte sul fiume Mosa.

Ex calciatore si è suicidato
Tifosi sotto shock: ex calciatore si è tolto la vita (Ansa)-gazzaviola.it

Per fortuna il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha salvato la vita all’ex portiere dei ‘Diavoli Rossi’ che in bacheca vanta diversi titoli nazionali belgi con la maglia dello Standard Liegi, che è stato nominato quattro volte portiere dell’anno in Belgio e che è una vecchia conoscenza del calcio italiano avendo militato al crepuscolo della carriera nelle file del Brescia e del Ravenna.

Ebbene, se Bodart, come detto, non è riuscito a farla finita, un altro ex calciatore purtroppo si è suicidato gettandosi sotto un treno.

Morto suicida l’ex calciatore Marco Muller, il “Robin Hood svizzero”

Una morte orribile quella di Marco Muller il cui corpo è stato ritrovato sui binari della ferrovia nei pressi della sua città d’origine, dove era nato 71 anni fa, Bassecourt, nel Canton Giura, e che, dilaniato dal convoglio che lo ha travolto, è stato identificato solo grazie a un’analisi comparativa del suo DNA con quello di un parente. La Procura ha escluso il coinvolgimento di terzi avvalorando così la tesi del suicidio.

Si chiude, dunque, in maniera tragica l’esistenza borderline di Marco Muller, ex centrocampista con un passato nelle nazionali giovanili svizzere e nella massima serie della Confederazione elvetica con i colori dello Young Boys di Berna.

Ex calciatore Marco Muller si è suicidato
Morto suicida il “Robin Hood svizzero” (Ansa)-gazzaviola.it

Una vita vissuta in gran parte, per 36 anni, in clandestinità per fuggire dalla sua ‘seconda carriera’, quella di rapinatore seriale di banche –  iniziata negli anni ’80 dopo aver appeso le scarpette al chiodo – senza, però, aver mai esploso un colpo d’arma da fuoco. Proprio per questa sua peculiarità, oltre al fatto che rubava solo dove erano custoditi molti soldi (i caveau delle banche e i furgoni portavalori) era soprannominato il “Robin Hood svizzero“.

Una carriera, quella di rapinatore, fruttuosa visto che riuscì ad accumulare un bottino complessivo stimato in quasi tre milioni di franchi (al cambio attuale poco più di tre milioni di euro), mai ritrovati, neanche in minima parte, prima di diventare ‘uccel di bosco’, nel 1988, dopo essere evaso dal carcere due volte, con uno fulmineo scatto che non gli era mai riuscito quando calcava il tappeto erboso degli stadi. Fino a ricomparire senza vita sui binari, una sorta di contrappasso dantesco per uno che in vita non aveva mai voluto stare nei binari al punto tale da deragliare.

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