Doloroso addio a 32 anni, la notizia commuove il mondo dello sport

Come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notizia che nessuno si aspettava: doloroso addio a soli 32 anni

In poco più di un anno tanti protagonisti del calcio ci hanno lasciati per sempre: tanti tra campioni, allenatori, dirigenti, medici sociali, figure diventate nel tempo familiari ai tifosi, sono passati a miglior vita.

L'addio a 32 anni commuove il mondo dello sport
Tifosi commossi: addio a soli 32 anni (Ansa)-gazzaviola.it

Straziante il dolore dei tifosi, ad esempio, per la prematura scomparsa di Sinisa Mihajlovic e di Gianluca Vialli, stroncati da due spietati mali, rispettivamente la leucemia e un tumore al pancreas.

Lo stesso con cui da qualche giorno i tifosi viola devono fare i conti per l’improvviso decesso del Direttore Generale Joe Barone, poche ore prima del match di campionato contro l’Atalanta (poi rinviato a data da destinarsi), che anche per le modalità in cui si è consumato ha riaperto una ferita che non si è ancora rimarginata (la scomparsa di Davide Astori, il 4 marzo del 2008, durante il ritiro pre-match contro l’Udinese).

Ebbene, a rendere ancora più lugubre tale quadro nelle ultime ore è arrivato un annuncio che nessuno si aspettava: un addio a soli 32 anni che ha commosso tutto il mondo dello sport.

Basket, Nemanja Nedovic: addio alla Nazionale

Dopo aver difeso i colori della Nazionale della Serbia a EuroBasket 2013, a EuroBasket 2015, ai Giochi Olimpici di Rio 2016, alle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIBA 2019 e a EuroBasket 2022, Nemanja Nedovic a 32 anni getta la spugna.

Infatti, come ribadito nel corso dell’intervista concessa a ‘Sport Klub’, l’ex Olimpia Milano la lasciato la Nazionale dal momento che “il mio corpo non può più sopportare lo sforzo extra perché ho bisogno di sempre più tempo per rigenerarmi. Gli anni non diminuiscono, aumentano solo, così come si allungano le stagioni dei club, non vedi l’ora che arrivino le vacanze”. 

Nedovic, addio alla Nazionale
Nedovic dice basta con la Nazionale (Ansa)-gazzaviola.it

Ma alla base della decisione del classe 1991 – che in Eurolega con la Stella Rossa ha giocato 27 partite mettendo a referto 13.8 punti di media in appena 21 minuti a match – di abbondonare la Nazionale non solo la stanchezza e un fisico che, logorato da anni di battaglie sul parquet e dagli infortuni che ne hanno condizionato la carriera, non risponde più ai suoi stimoli ma anche per meglio gestirsi e soprattutto per non sottrarre più tempo a sua figlia: “Se dedico parte di quel periodo alla Nazionale, arriva un punto in cui non potrò più giocare. E ho anche una figlia. In estate ero praticamente ‘diviso a metà’, non ce la facevo più“. 

Insomma, una decisione non presa a cuor leggero né tantomeno sull’emotività del momento ma ponderata e assunta anche perché consapevole di lasciare la sua maglietta della Nazionale in buone mani visto che “stanno arrivando i più giovani“. Largo ai giovani, dunque. Del resto, è notorio, lo sport, riecheggiando il titolo di un film dei geniali fratelli Coen, “non è un paese per vecchi”.

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