Stadio Fiorentina: Commisso ha messo in concorrenza i comuni limitrofi a Firenze. L’asta per l’area Mercafir è idea abbandonata alle condizioni in essere. Il sindaco del Comune di Figline Valdarno in direzione Sud – come Bagno a Ripoli dove sorgerà il Centro Sportivo – dichiara: “Noi ci siamo“.
Un pasticciaccio. Un guazzabuglio di pastoie politiche, vincoli architettonici e lungaggini burocratiche. Non è una novità del resto… Sono almeno 15 anni che si parla di nuovo stadio di proprietà della Fiorentina. In un alternarsi continuo di “promesse” e disillusioni. Ne sta prendendo atto Rocco Commisso, neo proprietario della Fiorentina, arrivato a Firenze con le idee chiare: per crescere dal punto di vista tecnico ci vogliono revenue ovvero introiti da asset diversi: centro sportivo, stadio, merchandising.
Stadio Fiorentina: area Mercafir, restyling Franchi e nuovi orizzonti
L’area Mercafir a Novoli per la quale è in programma il prossimo aprile un’asta pubblica come da bando del Comune di Firenze, è quella che secondo l’amministrazione cittadina è deputata ad accogliere il nuovo stadio Fiorentina. Con capitali privati ovviamente. Rocco Commisso non sembra entusiasta però: costa troppo ed è a rischio bonifica ambientale (con aumento costi e allungamento dei tempi). E il Franchi? Tutelato dalle Belle Arti ha vincoli su curve e struttura, secondo il presidente viola sarebbe un compromesso non all’altezza delle sue aspettative.
Ecco allora che si aprono altri orizzonti: ieri dalle pagine de La Repubblica, Commisso ha chiamato i sindaci a proporre terreni: “Qualsiasi Comune dell’area metropolitana abbia un’area libera, si faccia vivo“. Il più solerte è stato Emiliano Fossi di Campi Bisenzio, col quale Commisso e il suo staff hanno da mesi un dialogo aperto.
Ma non è stato l’unico, il sindaco di Figline-Incisa, Giulia Mugnai, ha pubblicato questo post su Facebook: “Oggi, sulla prima pagina di Repubblica Firenze, ho letto ben chiara la richiesta di Commisso. Non posso che rispondere: NOI CI SIAMO. Disponibili a parlarne e a verificare, nel minor tempo possibile, se le aree (libere) di Figline e Incisa Valdarno rispondono alle sue necessità. Perché, è vero, la burocrazia (troppo spesso) richiede tempi, passaggi di ruoli e di competenze tra più enti, certificazioni e lungaggini che non risultano accettabili né comprensibili da chi, per sua fortuna, non deve confrontarcisi tutti i giorni. Ma, al di là della burocrazia, c’è un fatto che Commisso, nella sua intervista a Repubblica, ha ben evidenziato e per il quale lo ringrazio: NON DEVE ESISTERE SOLO LA CITTÀ!“.
Duro attacco a Commisso del Comitato per il Franchi
Nessuna risposta pubblica da parte del sindaco di Firenze Dario Nardella che si è trincerato dietro un istituzionale “No comment“. Chi invece ha fatto sentire la propria voce è il Comitato Vogliamo il Franchi che in un passaggio di nota pubblica, risponde a Commisso: “La Fiorentina non appartiene unicamente al proprietario della società. Mister Commisso deve capire che i suoi dollari, pochi o molti che siano, hanno comprato solo uomini e cose, ma non lo spirito. L’anima della Fiorentina non è mai stata in vendita e mai lui la possiederà. La Fiorentina è Firenze e non vale dire che in America gli stadi si fanno dove capita. Se la Fiorentina è Firenze significa che Firenze è e deve restare la sua casa. Non c’è spazio per un nuovo stadio? Poco male. Si restaura il glorioso Franchi. Punto. Non esistono altre alternative. A meno che mister Commisso non voglia fare uno sgarbo irrimediabile alla città“.